PICCOLO ESTRATTO DALL'INTRODUZIONEBuona sera a tutti. Vi leggerò subito ciò che scrisse uno dei più importanti filosofi europei forse di tutto il 900, un tedesco, Heidegger: “Le esigenze del parlare abituale non vanno oltre la sfera della comunicazione pratica, la quale non intende perdere del tempo per soffermarsi sul senso delle singole parole. Le parole vengono piuttosto incessantemente usate e in questo uso, sprecate.”
Perché “note a margine”? Perché se l’amicizia è il testo, è ciò che si vive concretamente, ciò che si fà, la nostra esperienza di amicizia, solamente un discorso ai margini, che possa riflettere sull’amicizia e nel contempo inquadrarla, dunque delle note, può trovare un senso, un’apertura che non sia definizione e costrizione in caselle precostituite, l’amicizia è questa o quella, ma che rimandi alla difficoltà e alla possibilità del dire “amicizia”. Dunque, su quale base può nascere l’amicizia? Quale fondamento?