"Natività" icona RUssa della scuola di Rublev (2011)

BREVE ESTRATTO

Che cosa vuole significare un’icona?

Prima di tutto, “icona” è un termine che giunge dal greco, eikon, eikona, che significa “immagine”. È un’immagine sacra, ossia è il luogo, lo spazio, entro cui l’Invisibile — Dio — si manifesta, si rende presente.

 

In che senso?

Nel senso che l’icona è un simbolosyn-ballein — cioè un “ponte” tra il visibile, l’immagine in sé, e l’Invisibile, ciò che ci trascende, che è oltre il fisico. Dunque, come dice il Padre russo Florenskij, “l’icona è una finestra aperta sull’eterno” dalla quale noi possiamo scorgere i tratti della trascendenza e i “celesti” si affacciano sul nostro mondo. Dice San Basilio che attraverso l’icona si venera colui che in essa è rappresentato.

 

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"Natività", icona russa della scuola di Rublev (1410/1430circa)
3. IL CUORE DELL’ICONA
Siamo giunti così al cuore dell’icona, proprio li dove si celebra la nascita di Gesù e dove più forte che mai emerge la figura di Maria, la Madre di Dio.
Rivolgiamo la nostra attenzione a ciò che accade al di là della figura di Maria. La verticale di luce ci indica colui che giace ai bordi di una grotta (figura, questa, tradizionale ma non scritta nei Vangeli), è l’essere-Dio spogliato e fattosi uomo.

Però attenzione, è già subito sconvolgente l’immagine che ci si presenta. IL BAMBINO GESÙ è posto ai bordi, sul crinale degli inferi. Nasce, potremmo dire misticamente, già ai bordi della morte. La Natività piega i cieli e la terra fino agli inferi; la morte è infatti un’ombra che da subito insegue l’uomo: è ancora ISAIA a tenere il ritmo e ci parla dell’uomo dei dolori: “uomo dei dolori che ben conosce il patire” (53,3).
Anche la postura e le vesti del bimbo tradiscono questa condizione di morte: non un fascio neonatale lo avvolge,
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O Madre, nulla pur noi ti chiediamo:

quanto è possibile appena di credere,

e star con te sotto il legno in silenzio,

sola risposta al mistero del mondo.

Sabat mater, D.M.Turoldo